Dio: pace o dominio

Riverso alcune osservazioni che corrispondono a quello che ho “sentito” guardando la trasmissione e leggendo i testi di questo sito.
Nella “Gaudium et Spes”si sottolinea la “grande importanza” della letteratura e delle arti nella vita dell’uomo: “Esse si sforzano infatti di conoscere l’indole propria dell’uomo, i suoi problemi e la sua esperienza nello sforzo di conoscere e perfezionare se stesso e il mondo; si preoccupano di scoprire la sua situazione nella storia e nell’universo, di illustrare le sue miserie e le sue gioie, i suoi bisogni e le sue capacità di prospettare una migliore condizione dell’uomo”.
Per qualunque religione monoteista, il bello si coniuga al vero, perché attraverso la via dell’arte, gli animi sono rapiti dal sensibile all’eterno. Dietro le forme stilistiche non c’è solo il genio dell’artista, ma l’animo di un popolo. Un popolo – cristiano, ebreo, mussulmano – che palpita in una sorta di appello al Mistero e costruisce sempre un ponte tra Dio e l’uomo. Persino quando scruta le profondità più oscure dell’anima o gli aspetti più sconvolgenti del male, l’artista si fa in qualche modo voce dell’universo in attesa di redenzione.
Ci faceva notare Giovanni Paolo II quanta affinità esiste tra (Ruah) “soffio” (Spirito Santo), di cui si fa cenno nella Genesi e “spirazione” e “ispirazione”. E’ lo Spirito Santo il vero Artista dell’Universo, di fronte al quale gli uomini di qualunque religione si stupiscono. Solo dallo stupore potrà scaturire l’entusiasmo di cui hanno bisogno gli uomini di oggi e di domani. Sarà la profonda, COMUNE intenzione della bellezza, che salverà il mondo. Perché la bellezza delle cose create non può appagare e suscita quell’oscura nostalgia di oblio.