Patriarcato di Mosca in Siria, a Damasco

Cristianesimo

Abbiamo sentito opinioni diverse
dalle Clausure all’Islam
in Burkina Faso.
Ed ora siamo qui nuovamente
in Syria a Damasco,
stiamo entrando nella rappresentanza
del Patriarcato di Mosca
dove incontriamo il Patriarca Alexei Elisov
incuriositi anche di conoscere la storia
di questa presenza del patriarcato di Mosca
qui, in Siria, a Damasco.

Patriarca Alexei Elisov (Rappresentante Patriarcato di Mosca) Damasco Siria.
Si può dire che la storia dei rapporti fra islam e cristianesimo qui nel Medio Oriente offre un esempio stupefacente anche per l’oggi.
All’inizio, quando è comparso l’islam, si osservava una sorprendente unione fra queste due religioni, e io penso che questa unione sia stata possibile proprio perché vi erano valori ugualmente santi, morali, religiosi, tradizionali tanto per i musulmani quanto per i cristiani.
Questo avvicinava le persone, le avvicinava al punto che potevano vivere in pace, e il fatto che oggi in Siria esistano confessioni cristiane e varie correnti islamiche che convivono in modo del tutto pacifico, è la testimonianza di quelle lontane radici storiche che ancora oggi sono proprie della società siriana.
Se oggi purtroppo sorgono problemi nei rapporti tra Islam e il cristianesimo, non si tratta di problemi di carattere sostanzialmente religioso, e se assistiamo a un allontanamento reciproco si può dire che ad allontanarci siamo noi cristiani quando smettiamo di essere fedeli ai precetti evangelici e ai valori tradizionali religiosi e spirituali che ci sono propri, così come sono propri anche al mondo islamico.
Se ci allontaniamo da questi valori, come purtroppo sta accadendo in Europa, ci allontaniamo anche dalla possibilità di comprendere il mondo islamico, e proprio a questo livello può formarsi una barriera tra di noi.
Prendiamo, ad esempio, il caso, accaduto di recente delle caricature contro il profeta Maometto.
E’ il segno di una libertà che non ha rispetto delle persone di altra fede, che pure hanno lo stesso diritto a questa libertà.
Quindi dobbiamo elaborare un modello di democrazia che possa essere rispettata da tutti, dai rappresentanti di tutte le associazioni religiose compreso il mondo islamico. E se questo tipo di democrazia questo esempio di democrazia da noi non ci sarà, allora i rapporti con il mondo islamico non saranno sempre sereni, poiché per chi confessa l’islam, la propria fede, le proprie cose sacre sono qualcosa di più elevato, che si è disposti a difendere anche a prezzo della vita stessa.
E’ un fatto di cui bisogna tener conto,
e la cosa principale è non contraddire i principi democratici che bisogna evidentemente portare ad un livello tale che siano compresi da tutti.
E forse per questo motivo, presso il consiglio d’Europa, presso altre organizzazioni europee sarebbe necessario creare un Consiglio delle Chiese, un Consiglio religioso, che possa parlare, appunto, delle libertà religiose e della possibilità di difenderle in una società democratica.
Questo ci potrebbe avvicinare al mondo islamico. Questa è perlomeno la mia convinzione, questa è la mia fede.

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